La steatosi epatica non alcolica (NAFLD – Non Alcoholic Fatty Liver Disease) si verifica in caso di accumulo eccessivo di grasso (trigliceridi) nel fegato.

Mentre in un fegato normale il grasso rappresenta il 5% del suo peso, in un “fegato grasso” i trigliceridi superano questa percentuale, causando così conseguenze dannose per la salute.

La NAFLD comprende un ampio gruppo di malattie del fegato, che va dal fegato grasso (steatosi epatica, appunto) alla NASH (steatoepatite non alcolica), fino alla fibrosi epatica con evoluzione in cirrosi, una malattia irreversibile.

Al contrario della cirrosi, la steatoepatite presenta un quadro clinico ancora reversibile, come mostra lo schema.

QUALI SONO LE CAUSE DEL FEGATO GRASSO?

Il fegato grasso può essere causato dai seguenti fattori:

  • Alimentazione ricca di grassi saturi, generalmente associata a obesità e sovrappeso
  • Abuso di alcol
  • Elevati livelli di trigliceridi e di colesterolo nel sangue
  • Digiuni prolungati e perdita di peso troppo rapida
  • Attività fisica e sforzi eccessivi
  • Diabete di tipo II
  • Anemia
  • Uso di alcuni farmaci
  • Squilibri ormonali
  • Deficit di carnitina
  • Carenza di Vitamina B12

Infine, vi sono casi in cui il fegato grasso si sviluppa in assenza di queste condizioni e i motivi per cui ciò accade sono ancora oggetto di ricerca.

STEATOSI EPATICA E SINDROME METABOLICA

I criteri di rischio della sindrome metabolica quali l’insulino resistenza, l’iperglicemia, l’obesità, gli elevati valori di colesterolo e trigliceridi nel sangue e l’ipertensione arteriosa sono considerati fattori predisponenti allo sviluppo della steatosi.

In sostanza, il fegato grasso è legato ad un eccesso di peso e di cibo, un andamento in crescita soprattutto in Occidente.

STEATOSI EPATICA E DIABETE

Alcuni studi hanno evidenziato una correlazione tra il diabete di tipo 2 e la NAFLD.

Un recente lavoro italo-americano, condotto in Italia dal dott. Zoppini e dal dott. Bonora dell’Unità Operativa di Endocrinologia, Diabetologia e Malattie del Metabolismo dell’Università di Verona ha documentato che le persone diabetiche hanno un rischio da due a tre volte superiore di soffrire di malattie epatiche, principalmente associate al fegato grasso.

Del resto, l’insulino resistenza è all’origine dello sviluppo della steatosi e soprattutto della steatoepatite.

Come già detto, tale condizione è spesso alla base della sindrome metabolica.

ANCHE I BAMBINI SONO A RISCHIO?

Sì, anche i bambini sono a rischio. Sebbene si tratti di una condizione che compare generalmente tra i 40 ed i 60 anni e maggiormente negli uomini, negli ultimi anni si è verificato un aumento dei casi di steatosi epatica anche nei bambini e negli adolescenti soprattutto in presenza di obesità e sovrappeso.

Questo accade perché molti bambini consumano una quantità alta di fruttosio ogni giorno. Ad esempio, una lattina di bevanda gassata contiene il doppio del fabbisogno giornaliero di fruttosio di cui ha bisogno un bambino.

Quando un bambino mangia una caramella, il fruttosio immagazzinato viene metabolizzato nel fegato producendo energia e acido urico. Troppo fruttosio causa una sovrapproduzione di acido urico. A loro volta, gli alti livelli di acido urico innescano meccanismi dannosi come insulino-resistenza e stress ossidativo, causando in ultimo la steatosi epatica.

QUALI SONO I SINTOMI?

La steatosi può evolvere per anni senza causare alcun sintomo. Chi ne soffre spesso non ne ha alcuna consapevolezza fin quando non si sottopone a ecografia addominale capace di rivelare un aumentato volume del fegato rispetto al normale ed un’anomala luminosità, il cosiddetto “fegato brillante”.

Per questo è importante sottoporsi regolarmente a esami diagnostici per prevenire il rischio di danni permanenti al fegato soprattutto quando si soffre di:

  • diabete
  • colesterolo alto
  • sindrome dell’ovaio policistico
  • disturbi della tiroide
  • obesità

COME PREVENIRE LA STEATOSI EPATICA?

Una sana alimentazione è l’arma principale di prevenzione contro il fegato grasso.

La dieta ideale è povera di grassi saturi e fruttosio, ricca di pesce, cereali, frutta e verdura.

ESISTE UNA CURA?

Il fegato grasso tende a presentare un decorso sostanzialmente benigno.

Infatti, solo un caso su dieci di steatosi epatica degenera in steatoepatite, caratterizzata da infiammazione e rischio di cirrosi.

Tutt’oggi, non esiste un farmaco specifico per curare il fegato grasso ma – come per il diabete – alcune norme di stile di vita risultano fondamentali:

  • SEGUIRE UN’ALIMENTAZIONE SANA facendo attenzione al tipo di grassi e di zuccheri presenti negli alimenti;
  • EVITARE GLI ALCOLICI;
  • FARE REGOLARMENTE ATTIVITÀ FISICA soprattutto di tipo aerobico (corsa, bicicletta, nuoto) al fine di ridurre la massa grassa corporea.

In alcuni casi vengono prescritti anche integratori a base di antiossidanti. Le maggiori evidenze scientifiche sull’efficacia di alcuni di loro sono orientati verso: il cardo mariano (principio attivo silimarina), la vitamina E, i probiotici.

Durante il mio lavoro di dietista, seguo quotidianamente pazienti con il fegato grasso in sovrappeso o con abitudini alimentari sbagliate. Grazie ad una terapia individuale decisa assieme allo specialista epatologo, è possibile diminuire il numero di trigliceridi nel sangue prima che questi si depositino nel fegato migliorando significativamente lo stato di salute del paziente.

Per approfondire: