Oggi ospito un articolo molto interessante del Dott. Amleto Petrarca psicologo e psicoterapeuta a Bologna e Ferrara. Ci parla del ruolo delle emozioni nella scelta delle abitudini alimentari. 

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“Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso del benessere come connessione tra la salute fisica e mentale. A tal proposito, si discute, sempre più spesso delle scelte alimentari e di quello che rappresentano nella nostra vita, con connessione sempre più forte verso ciò che siamo e che proviamo, una sorta, quindi, di mangiare emotivo.
E’ lecita, allora, la domanda dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei? Assolutamente si, e questo è dimostrato dal fatto che vi è una forte implicazione tra cibo, scelte alimentari e emozioni. Infatti il cibo viene spesso usato come strumento di espressione emotiva, il cibo che ci auto-punisce, il cibo che ci premia, il cibo e il sesso, il cibo che ci consola, ecc.
E’ possibile capire quanto c’è di emotivamente correlato quando facciamo una scelta alimentare? Assolutamente si, con l’aiuto di alcune domande che vi dirò, ma prima vediamo le correlazioni tra cibo e emozioni, più comuni.

Scelte alimentari: correlazione tra cibo ed emozioni

Il cibo utilizzato per punire se stessi. Chi ha una bassa autostima, spesso si sente di meritare di soffrire. Quale modo migliore per mettere in atto questa convinzione inconscia, se non abbuffandosi? Se si mangiano cibi grassi, che gonfiano, che appesantiscono, che lasciano bruciore, poi si soffre. E mettere su peso, spesso fa parte di un ciclo ben definito, dove la bassa autostima la fa da padrone, e dove non importa della propria salute o del proprio fisico, tanto per queste persone, comunque non si sentono degne di essere amate e guardate.
Il cibo come ricompensa. In alternativa, molte persone compiono specifiche scelte alimentari, come una sorta di sistema di ricompensa, senza nemmeno rendersene conto. Per la serie, oggi il lavoro è andato bene, mi merito un bel dolce!
Il cibo è fortemente correlato con l’amore. A partire dalla cinematografia mondiale, si è sempre collegato il cibo con l’amore. Non solo si intende l’amore per il partner, ma anche il rapporto con i familiari, dove ci si sente meglio dopo una bella mangiata collettiva di qualche ora.
Il cibo come distrazione. Tra le scelte alimentari che facciamo, dobbiamo anche considerare l’uso o addirittura l’abuso di cibo come distrazione da stati emotivi altrimenti poco tollerati se non con l’aiuto della chimica stessa del cibo. Quando ci si sente tristi, infatti, vi è un forte consumo di zuccheri, mentre quando ci si sente arrabbiati, vi è un gran consumo di carboidrati e grassi.
Spero che, con questi pochi esempi sono riuscito a spiegare, perchè alcune scelte alimentari vengono fatte seguendo una logica emotiva. Ma proverò anche a spiegare, come capire se si è un mangiatore emotivo.

Quali sono i segni da mangiatore emotivo?

Alcuni segni da tener in considerazione per capire se si è un mangiatore emotivo, sono:

  • Improvvisi cambiamenti di scelte alimentari durante i periodi di stress quotidiani ( lavorativi, sociali, familiari, ecc.)
  • Tendenza ad abbuffarsi di nascosto
  • Mangiare in modo insensato e fuori da ogni criterio, per esempio quando si è mangiato magari un’ora prima.
  • Aumento di peso dopo rotture di relazioni

Le domande, invece che ci dobbiamo fare per capire quanto il cibo che stiamo per ingurgitare ha una valenza emotiva, sono:
Ho davvero bisogno di questo cibo che sto per mangiare?
Sto mangiando per fame o per rabbia?
Del cibo che ho mangiato, a cosa avrei dovuto rinunciare per una sana alimentazione?
Qualsiasi scelta alimentare che facciamo, c’è quasi sempre un motivo. Spero che questo articolo ti possa aiutare a riflettere, guardando al cibo come la possibilità di emozionarti in senso positivo, e non rifugiando i propri problemi nel cibo, per poi pagarne le conseguenze. “

Ringrazio il dott. Petrarca per l’articolo e vi invito a visitare il suo blog con molti articoli interessanti.

Lo spunto e la riflessione che dobbiamo prendere da quest’articolo è sicuramente comprendere come in alcune situazioni sia necessario e funzionale rivolgersi ad un professionista capace di aiutarci quando la fame emotiva supera la fame vera, e il cibo diventa una valvola di sfogo. La collaborazione tra diverse figure professionali sanitarie è sempre fondamentale, e soprattutto tra dietista-nutrizionista e psiscologo-psicoterapeuta.