“L’odore e il sapore delle cose rimangono a lungo depositate, pronte a riemergere.”

Marcel Proust

La memoria del sapore ha un ruolo centrale nella nostra alimentazione e va sotto il nome di Comfort Food, ovvero quei cibi ai quali ricorriamo quando abbiamo una nostalgia od un bisogno emotivo.

Si mangia per soddisfare non solo la pancia ma anche il cervello.

Ecco che con l’etichetta “comfort food” si può indicare tutto quel cibo che mira alla nostra mente, ricordandoci l’infanzia, coccolandoci e scaldandoci il cuore nelle giornate “down” della nostra vita.

Non esiste un solo tipo di comfort food: ogni persona ha la sua lista di cibi preferiti ai quali ricorre nel momento del bisogno.  Si tratta di pietanze che gratificano, rassicurano e calmano l’anima. Da italiani DOC il nostro comfort food può essere il ragù della nonna, la crostata della mamma, le polpette della zia, ma anche una grande coppa di gelato servita nella gelateria dove andavamo da bambini o la pizza alla teglia della rosticceria in piazza. Sapori sicuri e unici, ricette di famiglia tramandate di generazione in generazione alle quali ricorriamo per colmare le mancanze emotive e superare i momenti di stress sia fisico che mentale. Questi cibi, spesso e volentieri, preferiamo mangiarli sul divano, a letto, magari davanti la televisione. 

Il comfort food è molto più di una ricetta di famiglia.

Con il passare degli anni, il nostro palato e la nostra memoria cambiano e si arricchiscono di nuove esperienze culinarie. Il cibo acquisisce non solo il significato del piacere ma anche il valore della consapevolezza dell’acquisto alimentare. La spesa alimentare quotidiana si livella a seconda delle nostre scelte: c’è chi ricerca il cibo a km 0, chi mangia solo prodotti BIO, chi ha scelto la strada del veganesimo e chi si concede ogni tanto uno strappo alla regola. Siamo tutti diversi ed ognuno ha il suo stile di vita: alcuni non si curano affatto di ciò che mangiano (un panino vale l’altro); altri, invece, hanno capito bene che il corpo è fatto di cibo, del cibo che ogni giorno ingeriamo. E’ soprattutto a quest’ultimi che si rivolge il mio articolo, a quelli che vogliono “capirsi” e dare un senso alle scelte più importanti della vita, nelle quali non può non mancare la scelta del cibo.

Leggi anche: Albicocche essiccate: le numero uno contro l’invecchiamento

Quando siamo stanchi, malati o lontani da casa, ci capita spesso di desiderare un piatto dell’infanzia, un sapore familiare e semplice, la pasta al sugo fatta proprio in quel modo o le frittelle con quell’irripetibile sapore di casa. Perché desideriamo quel determinato piatto piuttosto che un altro? La risposta è semplice: la nostra mente lo desidera perché lo conosce bene e lo associa a ricordi piacevoli e confortanti.  Si tratta dunque di sensazioni “primitive” alle quali l’uomo reagisce d’istinto. Lo sapeva bene lo scrittore francese Marcel Proust quando nel suo romanzo “Alla ricerca del tempo perduto” descrisse l’effetto della memoria involontaria con le famose madeleine, un dolce a forma di barchetta molto usato in Francia. L’immagine del biscotto imbevuto in una tazza di thè rimase poi per tutto il Novecento e ancora oggi si parla di Madeleine de Proust (a volte detta anche sindrome di Proust) per indicare una parte della vita quotidiana, un oggetto, un odore, un gesto, un colore o, in questo caso, un sapore capaci di evocare in noi ricordi del passato.

Anche la scienza conferma la correlazione esistente fra la memoria e i 5 sensi, in particolare l’olfatto ed il gusto. Secondo uno studio inglese, il ricordo di un avvenimento viene suddiviso nel nostro cervello tra le varie aree di cui esso si compone, aree coordinate da una regione definita ippocampo. Se uno dei nostri sensi viene stimolato a rievocare un ricordo, subito affiorano anche gli altri flashback relativi agli altri sensi. Così si spiega perché la crostata della mamma a noi tanto familiare ha il potere di farci rilassare la mente e di farci sentire più protetti.

Inoltre, a livello nutrizionale, alcuni squilibri alimentari possono incidere negativamente sull’umore, causando tristezza e depressione. Esistono dei cibi che fanno bene all’umore in modo naturale perché favoriscono il rilascio di endorfine, dopamina e serotonina, come le mandorle ed il cioccolato fondente, che contribuiscono in maniera naturale a ridurre lo stress e a rilassare i nervi.  Nel caso del comfort food, il valore è doppio grazie alla sua capacità di influire sull’umore attraverso il lato emotivo, rievocando esperienze positive del passato, come il piatto dell’infanzia che ci preparava la nonna per asciugare le lacrime dopo una brutta caduta dallo scivolo.

Il mio consiglio è di mangiare questi cibi senza esagerare con le porzioni, cercando sempre un compromesso fra il desiderio e la salute personale, soprattutto quando il comfort food è un hamburger o un dolce ipercalorico.

Esistono alcuni comfort food che sono universali. Ecco una lista dei 5 cibi che coccolano lo spirito e calmano l’anima nei quali sicuramente ti ritroverai:

  • Pane e prosciutto;
  • Ciambelline al vino;
  • Pasta al ragù;
  • Uovo sbattuto;
  • Lasagna.

E poi… c’è il comfort food del cuore. Ciascuno ne ha uno diverso, tutto suo ed inspiegabilmente unico e irripetibile. Il mio è senza dubbio il baccalà con le prugne cucinato come lo faceva nonna Loreta, un piatto semplice ma davvero gustoso, il vero sapore di casa mia e della mia infanzia.

Baccalà di nonna Loreta

Ingredienti:

  • filetto di baccalà dissalato
  • prugne secche
  • uvetta
  • pinoli
  • poca cipolla
  • carote
  • polpa di pomodoro
  • prezzemolo, origano, basilico
  • poco sale
  • olio extravergine d’oliva.

 

Preparazione:

Fate scaldare l’olio in una padella e aggiungete il trito di carote e cipolla. Dopo qualche istante, aggiungete la polpa di pomodoro. Lasciate cuocere per qualche minuto. Aggiungete il baccalà al sugo in cottura e fate cuocere per una trentina di minuti a fuoco bassissimo con le erbette che avete a disposizione. Aggiungete le prugne e l’uvetta e portate a termine la cottura del piatto. Si tratta di una pietanza eccezionale sia per il palato che per la salute, da considerarsi un piatto unico, perchè troviamo proteine, zuccheri e fibre. Le prugne secche poi sono un ingrediente straordinario che si sposa bene con il baccalà.