La vitamina K (naftochinone) fa parte del gruppo delle vitamine liposolubili che vengono accumulate nel fegato e non devono essere assunte ogni giorno con i cibi. Il corpo la rilascia a piccole dosi ogni volta che serve.  

L’apporto massimo giornaliero è di 105 mcg.

Le fonti naturali di vitamina K sono:

La vitamina K si trova anche in diversi oli, come l’olio di cardamomo, di soia e di fegato di pesce.

La vitamina K è semplicemente indispensabile per la nostra salute e svolge le seguenti 3 azioni benefiche:

  1. Aiuta ad alleviare vomito e nausea durante la gravidanza;
  2. Previene le malattie emorragiche del neonato;
  3. Previene perdite anormali di sangue, soprattutto nei soggetti con disturbi intestinali cronici o in trattamento con farmaci anticoagulanti.

La vitamina K è prodotta dalla flora intestinale.

Se questa viene distrutta da una malattia o da un uso eccessivo di antibiotici si potrebbe sviluppare una carenza di vitamina K. Nella maggior parte dei casi, la carenza di vitamina K provoca emorragie, ma anche forme di artrosi, fratture ossee e osteoporosi.

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L’assorbimento della vitamina K è favorito dagli alimenti probiotici. Risulta, invece, fortemente ridotto se la vitamina viene assunta assieme a:

  • Antibiotici e sulfamidici;
  • Anticoagulanti;
  • Colestipolo;
  • Colestiramina;
  • Cumarina estratta dal trifoglio dolce;
  • Olio minerale a lungo termine;
  • Acido acetilsalicilico;
  • Sucralfato.

Oltre agli alimenti, esistono dei preparati in commercio che permettono l’integrazione di vitamina K, come le formulazioni liquide in vendita nelle farmacie.

L’integrazione di vitamina K è consigliata in caso di trattamenti prolungati con anticoagulanti e malassorbimento intestinale, dovuto a celiachia, colite e morbo di Crohn.

Per le donne, l’integrazione di questa preziosa vitamina è spesso consigliata in caso di flusso mestruale molto abbondante, nausea e vomito durante la gravidanza, menopausa.