L’uvetta sultanina fu portata in Europa per la prima volta dagli inglesi che la conobbero grazie alle relazioni commerciali con l’Impero Ottomano. 

La leggenda narra che questa uva fu inventata casualmente quando il sultano dovette abbandonare l’uva che stava mangiando al sole per sfuggire da una tigre e quando tornò a riprenderla notò che era imbrunita e migliorata nel sapore, da allora l’uva essiccata venne detta “sultanina”.

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L’uva sultanina è una varietà di uva bianca a buccia sottile e senza semi, molto zuccherina e si presta perfettamente ad essere essiccata. Un’altra varietà è l’uva di Corinto, più piccola e scura, sempre senza semi, mentre varietà più grandi ma con i semi sono l’uvetta di Malaga e lo zibibbo, molto profumate.

 

Lo spuntino naturale per chi vuole perdere peso

Dal punto di vista nutrizionale, l’uvetta è una gustosa soluzione per la colazione o per lo sputino a metà mattina o pomeriggio.

Io la consiglio spesso ai miei pazienti durante le mie visite come ingrediente di gusto da mettere assieme ai fiocchi d’avena la mattina per una colazione diversa.

Come tutta la frutta essiccata, l’uvetta dà energia ed è uno scrigno di nutrienti, soprattutto fibre e sali minerali, zuccheri e vitamine.

 

La giusta ricarica per gli sportivi

Chi pratica sport che richiedono energia per lungo tempo, come il ciclismo, la corsa o il trekking, ha bisogno di qualcosa di leggero da consumare lungo la strada nei momenti di stanchezza. L’uvetta sultanina può essere una soluzione intelligente perché, nonostante sia piccola, fornisce una grande scarica di energia grazie al fruttosio contenuto. Inoltre, è ricca di potassio e calcio che combattono i crampi muscolari.

 

Biologica è meglio

L’uvetta biologica è migliore di quella industriale sia per una ragione etica che di salute. Non contiene, infatti, zuccheri artificiali aggiunti e per insaporirla i produttori bio, in genere, ricorrono soltanto al succo di mela o allo zucchero di uva bio, metodi di dolcificazione naturale il cui impatto sulla glicemia è paragonabile a quello degli zuccheri normali.

Inoltre, l’uvetta bio non contiene anidride solforosa, un conservante antimicrobico che da una parte previene le muffe, ma dall’altra può provocare emicranie e allergie.

Nella produzione bio, invece, per prevenire le muffe vengono adottate tecniche specifiche di conservazione senza l’uso di solfiti.

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Come si essicca l’uva sultanina?

Esistono principalmente due forme di essiccazione: naturale o forzata. Nella prima viene sfruttata l’azione naturale del sole. L’essiccazione forzata avviene invece in un essiccatoio, a diverse temperature. Il produttore bio sceglie l’essiccazione a basse temperature che preserva l’apporto vitaminico della frutta, mentre l’essiccazione ad alte temperature o al forno distrugge buona parte del valore nutrizionale del prodotto.

La migliore è l’essiccazione a ventilazione forzata a 30° che dura fino 40 ore. In questo modo la frutta mantiene il suo gusto naturale e assume una consistenza morbida ed elastica.

 

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