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Tre ricercatori americani Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young hanno vinto il Nobel per la medicina 2017 grazie allo studio sui meccanismi che controllano i ritmi circadiani. 

Vediamo insieme che cosa hanno scoperto…
A partire dagli anni Ottanta, i tre studiosi hanno dimostrato come le piante, gli animali e gli esseri umani adattano il loro ritmo biologico in modo che sia sincronizzato con le rivoluzioni della Terra.
Studiando i moscerini della frutta, i premi Nobel hanno isolato un gene che controlla il normale ritmo fisiologico quotidiano e che funge da orologio cellulare per il nostro corpo.
Le ricerche hanno evidenziato come questo gene codifichi una proteina che si accumula nella cellula durante la notte, e che poi viene degradata durante il giorno.

In seguito, hanno individuato ulteriori componenti proteiche di questo sistema, spiegando il meccanismo che governa l’orologio autosufficiente all’interno della cellula.
Il nostro orologio cellulare adatta la nostra fisiologia alle fasi diverse della giornata. Regola le funzioni critiche come la temperatura corporea, i livelli ormonali, il comportamento, il sonno ed il metabolismo. La nostra salute è così influenzata dalle incongruenze temporanee tra l’ambiente esterno e quello biologico interno.
Già a partire dagli anni Settanta, Seymour Benzer e il suo allievo Ronald Konopka avevano studiato una via per identificare i geni che controllano il ritmo circadiano nei moscerini della frutta. I due avevano dimostrato che le mutazioni in un gene sconosciuto (detto Period) erano responsabili dell’interruzione dell’orologio circadiano nelle mosche.
Alcuni anni dopo, Jeffrey Hall e Michael Rosbash hanno scoperto che PER, la proteina codificata dal gene, si accumulava durante la notte per essere poi degradata durante il giorno.
Ora non restava che capire come fa l’orologio ad essere sempre così preciso ed a non andare avanti o rimanere indietro.
Nel 1994 Michael Young scopre un secondo ed un terzo gene dell’orologio, detti timeless e Doubletime.
Ecco, dunque, l’informazione mancante per capire come l’orologio si adatti con tanta precisione ad un ritmo di 24 ore.
L’aspetto che più ha colpito gli scienziati è che le regole di base dei ritmi circadiani sono comuni a tutti gli organismi multicellulari, dai più semplici (come le meduse) ai più evoluti (come l’uomo). Grazie alle scoperte di Hall, Rosbash e Young è nata la biologia circadiana.
Tutto di guadagnato per la nostra salute, in quanto gli studi dei tre nobel potrebbero aiutare a spiegare i meccanismi dei disturbi stagionali dell’umore.

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Illustrazione presa da Focus.it

Come già detto, gli uomini, gli animali e perfino le piante seguono ritmi ben precisi durante le #24ore della giornata, il cosiddetto orologio biologico. Il buio invita a dormire, il sole a svegliarsi ed essere attivi. Tutti gli esseri viventi seguono così i cosiddetti RITMI CIRCADIANI dal latino circa diem ovvero intorno al giorno, in pratica tutti gli esseri viventi si sincronizzano automaticamente ai movimenti della Terra. Si era a conoscenza di ciò ormai da tantissimo tempo, ma il merito di Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, i tre nobel per la medicina 2017, va al fatto che sia stato da loro scoperto il preciso meccanismo molecolare che determina i ritmi circadiani.
Lo studio dei tre genetisti cronobiologi ha evidenziato come il 15% dei nostri geni si accendano e si spengano a seconda dell’alternarsi del dì e della notte. Questo aspetto ha delle ripercussioni anche sul nostro metabolismo, ad esempio sui farmaci. Sappiamo bene che assumere dei farmaci in orari diversi dai soliti può avere effetti diversi. Stessa cosa succede con l’assunzione dei cibi.
Il ritmo regolare dei pasti sincronizza al meglio il nostro metabolismo con il ritmo circadiano luce-buio. Mentre, al giungere della notte, è come se cominciassero a dormire anche fegato o intestino, con la conseguenza che rallentano i processi per gestire il glucosio e smaltire il colesterolo.
Del resto, si è notato che una caratteristica delle popolazioni più longeve è il consumo di pasti sempre alla stessa ora, lasciando il corpo senza cibo per molte ore della notte, quando quest’ultimo è a riposo.

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In attesa che venga approfondito quest’argomento di studio, vi consiglio di seguire il buon senso: non saltare i pasti, non sedersi a tavola troppo tardi la sera e non appesantirsi, anche per assicurarsi un tranquillo riposo.
Grazie alle scoperte di Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, il meccanismo molecolare che regola i ritmi circadiani può essere ricondotto anche alle malattie croniche, quali l’obesità, il diabete e l’ipertensione.

 

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