C’è chi lo beve amaro, chi con un goccio di latte, a chi piace freddo, chi, invece, lo gradisce al vetro.

Sto parlando del caffè, il principe della ritualità italiana, appena candidato a patrimonio dell’UNESCO.

Qui ne ho già parlato, soffermandomi sui benefici per il nostro corpo e sulle varietà da assaporare in base alla tostatura.

Oggi, invece, voglio svelarti cosa si cela dietro una classica tazzina di caffè, quella che beviamo nei comuni bar di tutta Italia.

Qualche tempo fa ho visto su Rai3 una puntata di Report dedicata ai segreti del caffè, quelli che pochi vorrebbero sentire.

Ed ho scoperto che…

‘NA TAZZULELLA ‘E CAFFÈ

Il caffè è da sempre celebrato come il simbolo di Napoli. Cantato, lodato e persino recitato, come non ricordare il celebre monologo di Eduardo De Filippo dedicato al caffè classico, quello fatto con la moka?

Eppure, questo idillio può essere spezzato nel momento in cui andiamo a scoprire che la classica macchinetta usata dal barista per fare il caffè è spesso poco pulita e questo conferisce alla bevanda un sapore rancido al quale noi italiani siamo ormai abituati.

Alla tostatura, poi, si dà pochissima importanza. E quello che ne viene fuori è un aroma bruciato.

Alla fine, la tazzina presentata sul bancone è un concentrato di semi bruciacchiati e filtrati con acqua poco pulita. Per non parlare poi del caffè delle macchinette che può essere paragonato per sapore allo straccio bagnato.

E allora non bisogna più bere il caffè al bar? Assolutamente no!

Esistono dei bar di fiducia dove l’attenzione al caffè è massima e quello che viene presentato al cliente è un prodotto eccellente, dal sapore vero.

Io ne conosco più di uno sia a Roma che a Frosinone, e tu?

A TUTTO GINSENG 

Come il caffè, anche il ginseng nasconde dei segreti e oggi ve li svelerò.

“Al caffè io preferisco il ginseng.” Sentii questa frase per la prima volta una decina di anni fa da una paziente che si lamentava degli effetti del caffè sul suo stomaco. “Il ginseng mi dà energia, mi piace il suo sapore e lo digerisco facilmente.”

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Quello stesso giorno cercai notizie sul ginseng sul web e mi recai subito in un bar vicino casa per assaggiarne il sapore.

Fin dal primo sorso, il suo gusto mi faceva pensare allo zucchero, tanto zucchero.

Per questo motivo ne ho sempre bevuto poco, il meno possibile. Mentre continuavo ad avere dei dubbi sulla qualità della bevanda. Poi, finalmente, ho avuto conferma di quel che già sapevo guardando la puntata di Report.

Durante l’inchiesta dedicata al caffè, si è parlato anche di ginseng che si dice derivi dalla omonima radice coreana.

Come ha spiegato il giornalista, il ginseng di radice ne ha ben poca: dallo 0,3 fino all’1%.

Il resto sono soltanto ZUCCHERI, ADDITIVI, GRASSI e AROMI ARTIFICIALI.

Una bomba di sostanze che è meglio evitare.

Ecco perché sarei contento se quella mia paziente di dieci anni fa leggesse ora questo mio post, così da invitarla a lasciar stare il ginseng.

Per rivedere la puntata di report, clicca qui.

Per saperne di più sul caffè, clicca qui.

Sei un viaggiatore? Ami l’avventura, soprattutto a tavola? Qualche giorno fa sono stato intervistato da Rolling Pandas sul legame tra dieta, viaggio e cucina locale e ho raccontato più di qualche curiosità sulla mia esperienza in fatto di cucina, leggi di più qui.