L’etichetta è la carta d’identità del cibo che acquisti poiché riporta importanti informazioni sul suo contenuto nutrizionale. Spesso però l’etichetta è un testo lunghissimo, ricco di parole difficili e percentuali poco chiare. Da qui nasce questa mini-guida all’acquisto consapevole degli alimenti, partendo dall’idea che una alimentazione sana si basi soprattutto sul cibo di qualità.
Vediamo cosa dice il Ministero della Salute…
Le 10 regole d’oro per l’acquisto consapevole
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Leggi bene le etichette sulle confezioni. Più informazioni leggi migliore sarà il tuo giudizio sul prodotto.
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Le illustrazioni riportate sulle confezioni sono puramente indicative. Hanno lo scopo principale di pubblicizzare il prodotto e non sono necessariamente legate al suo aspetto effettivo.
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Stai attento all’ordine degli ingredienti. Gli ingredienti sono indicati per ordine decrescente di quantità sull’etichetta. Quindi, il primo dell’elenco è più abbondante del secondo e così via.
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Consuma il prodotto entro la data di scadenza. Dopo la scadenza il prodotto può deperire in poco tempo e non essere più sicuro per la tua salute.
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La data di scadenza e il termine minimo di conservazione di un prodotto non sono la tessa cosa. Se leggi sull’etichetta la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come il sapore e l’odore ma può essere consumato senza rischi per la salute.
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Controlla il peso netto/sgocciolato dell’alimento. Spesso possiamo essere tratti in inganno dalle dimensioni delle confezioni.
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Controlla sempre la presenza di eventuali allergeni, nel caso in cui tu abbia delle allergie alimentari.
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Mantieni sempre i prodotti refrigerati e quelli surgelati alla temperatura indicata sull’etichetta e riponili, subito dopo l’acquisto, nel frigorifero o nel congelatore. La corretta conservazione assicura il mantenimento della qualità del prodotto. È assolutamente sconsigliato riporre di nuovo gli alimenti scongelati nel congelatore.
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In pescheria controlla i cartelli esposti. Accanto al pesce fresco si può vendere anche pesce decongelato, il venditore è tenuto ad esporre le indicazioni obbligatorie, tra cui quelle sulla provenienza, come vedremo meglio in seguito.
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A parità di qualità e prezzo preferisci gli alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile. Leggi bene le indicazioni sul materiale utilizzato per il confezionamento o l’imballaggio (AL alluminio, CA cartone, ACC acciaio ecc) per pensare al futuro della tua famiglia e dell’intero Pianeta.
Ecco alcuni esempi di acquisti consapevoli…
INSACCATI
Quando si parla di insaccati, soprattutto quelli in busta, è molto difficile evitare i conservanti aggiunti (nitriti e nitrati). Solo il prosciutto crudo Dop non li contiene, come il San Daniele e quello di Parma.
Stai attento a…
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NITRITI E NITRATI. Nello stomaco i nitriti si trasformano in acido nitroso (una sostanza che dà origine alle nitrosammine cancerogene), ossidano l’emoglobina e riducono l’apporto di ossigeno ai tessuti, influendo negativamente sulle funzioni respiratorie. I nitrati, invece, si trasformano col tempo in nitriti. Li puoi trovare sull’etichetta con i seguenti codici E249, E250, E251 e E252.
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GLUTAMMATO MONOSODICO. Un additivo con un considerevole quantitativo di sodio che dà gusto al prodotto. Lo trovi con la sigla E621.
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DESTROSIO. Si usa nel prosciutto cotto assieme al saccarosio e al lattosio, zuccheri aggiunti per bloccare lo sviluppo dei batteri nocivi.
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POLIFOSFATI. Sono addensanti poco usati dalle aziende perché compromettono l’assorbimento di calcio nei bambini. Sono indicati come E450.
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DIFFIDA DELLE IMITAZIONI. Spesso si acquistano salumi affettati simili al prosciutto, ma che in realtà non lo sono. Leggi bene e evita quei prodotti che hanno, ad esempio, la scritta “coscia di suino stagionata” al posto di “prosciutto”.
Il mio consiglio: evita l’accumulo e leggi sempre la provenienza del prodotto e scegli i prodotti italiani che hanno standard di qualità più elevati rispetto alla media europea.
PESCE
Quando compri il pesce fresco tieni a mente le 4 regolette d’oro:
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Metti nel tuo carrello solo il pesce fresco locale e le specie che non sono arischio di estinzione
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Stai attento alla misura! I pesci dovrebbero essere di una grandezza elevata, questo come garanzia del fatto che abbiano avuto modo e tempo per riprodursi;
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Segui la stagionalità del pesce come garanzia di freschezza e qualità;
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Occhio all’etichetta! Le norme vigenti, infatti, prevedono che per la vendita al dettaglio di pesce fresco l’etichettatura riporti le seguenti indicazioni: la denominazione commerciale della specie ed il suo nome scientifico, il metodo di produzione, l’attrezzo di cattura, la zona di cattura e l’eventuale presenza di additivi.
Leggi anche: Pesci, molluschi e crostacei: piccola guida alla scelta.
LATTE FERMENTATO
Il latte fermentato si differenzia dagli yogurt perché ha un numero maggiore di fermenti (nello yogurt ne sono presenti solo due). Nell’etichetta quindi deve essere scritto esplicitamente “latte fermentato”. Preferisci quelli al naturale senza additivi e senza zuccheri.
Stai attento a…
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CREMA DI LATTE conosciuta comunemente come panna e molto grassa;
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CONSERVANTI;
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COLORANTI, di solito, sono usati per rendere il latte fermentato più appetibile;
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ZUCCHERI AGGIUNTI. Il latte ha già il suo zucchero, il lattosio. Quando nell’etichetta sono indicati gli zuccheri aggiunti, il prodotto è di scarsa qualità;
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DOLCIFICANTI sono usati per dare dolcezza. Vanno evitati soprattutto i dolcificanti artificiali come ciclamato e aspartame perché dannosi alla salute;
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AROMI. Quando mangiamo un latte fermentato al gusto di pesca o di fragola bisogna sempre leggere sull’etichetta la dicitura relativa agli aromi. Gli “aromi naturali” indicano la presenza di estratti veri di frutta, al contrario gli “aromi” (e basta!) sono sostanze chimiche da evitare.
Il mio consiglio: acquista solo il latte fermentato bianco con la dicitura “favorisce l’equilibrio della flora intestinale” nell’etichetta. Il latte fermentato può essere consumato anche dai soggetti intolleranti al lattosio.
Leggi anche: Ripristina la flora batterica con i prebiotici.
CIOCCOLATO
Cioccolato e snack al cioccolato sono due cose completamente diverse. Nel campo dei dolciumi fatti con questo prezioso ingrediente, bisogna stare molto attenti e sapersi districare con abilità nelle lunghissime etichette. Innanzitutto, secondo la legge, non è obbligatorio specificare l’origine del cioccolato usato nel prodotto. In ogni caso, il cioccolato che mangiamo nasce sicuramente da piantagioni di cacao presenti nelle zone tropicali.
Stai attento a…
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OLIO DI PALMA E DI PALMISTO. Sono oli vegetali ricchi di grassi saturi ed usati per sostituire il burro di cacao;
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AROMI ARTIFICIALI. Quando non c’è la scritta “aromi naturali” ma soltanto “aromi”, vuol dire che il prodotto è stato realizzato con aromi artificiali il cui accumulo risulta dannoso per la nostra salute;
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BURRO DI ILLIPÉ assieme al grasso di shorea, al burro di karité e al grasso nocciolo sono oli vegetali di scarsa qualità;
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COLORANTI;
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VANILLINA, un dolcificante che non ha nulla a che fare con la vaniglia ed è estratto dagli scarti di lavorazione della carta o del petrolio;
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CICLAMATO, MALTITOLO, ASPARTAME, ACESULFAME, dolcificanti dannosi per la salute.
Il mio consiglio. Scegli solo cioccolato fondente con al massimo i seguenti tre ingredienti: pasta di cacao, zucchero di canna, burro di cacao. L’etichetta migliore è quella dei cioccolatini BIO fondenti dal 70% in poi.
Leggi anche: Cioccolato fondente? Sì, grazie!
UOVA
A partire dal 2004, sul guscio di tutte le uova di galline prodotte nell’UE è marchiato un apposito codice che ne consente la corretta tracciabilità. Il codice è formato dalle seguenti cifre:
Tipo di allevamento
0: biologico – utilizza galline di razze rustiche provenienti da allevamenti biologici che razzolano a terra e all’aperto con una densità non superiore a 6 galline per m². Il mangime è composto prevalentemente da mais e cereali;
1: all’aperto in ampi spazi;
2: a terra – le galline sono allevate in grandi capannoni con luce artificiale;
3: in gabbia – le galline vivono in gabbie di metallo con una superficie di 750 cm² alte 45 cm.
Seguono: Sigla del Paese di provenienza – Codice ISTAT del Comune dove si trova
l’allevamento -Codice dell’allevamento.
Inoltre, le uova vengono suddivise in due categorie:
Categoria A: uova pulite, a guscio integro. Sono destinate al commercio al dettaglio;
Categoria B: tutte le uova che non rientrano nella categoria precedente e sono destinate alle industrie alimentari di trasformazioni, previa pastorizzazione obbligatoria per legge.
Leggi anche: Uova, tipi di allevamento e classificazioni
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[…] sempre le etichette nutrizionali (per saperne di più su come si leggono le etichette nutrizionali clicca […]
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