Dalle colombe alle uova di cioccolato, la tavola di Pasqua è super-golosissima.
Pura attrazione soprattutto per chi, come te, sta attento alla linea e magari sta seguendo una dieta.
Ecco quindi cosa fare…
Partiamo dalla star della Pasqua: la colomba!
Soffice e deliziosa, la colomba pasquale è un must dal quale non si sfugge. La farcitura e i classici zuccherini la rendono una vera e propria minaccia per la linea. Dunque, cosa fare?
Molto dipende da quanto è grande una fetta.
Ad esempio, una fetta da 100 g contiene
• 410 kcal
• 15 g di grassi (7,4 g di grassi saturi)
• 60 g di carboidrati (32 g di zuccheri semplici)
• 6,5 g di proteine
Se ne prendiamo una fetta piccola da 50 g (che è quella che consiglio dopo un pranzo abbondante di Pasqua) avremo:
• 205 kcal
• 7,5 g di grassi
• 30 g di carboidrati
• 3,2 g di proteine
Per sceglierla o meno, basta fare delle equivalenze con gli altri pasti.
Una fetta grande di colomba può corrispondere in termini calorici ad un piatto di pasta da 80 g condito con olio e parmigiano. Si tratta però di due tipi diversi di carboidrati. Nella colomba, infatti, si sono più carboidrati semplici dovuti alla presenza dello zucchero e meno carboidrati complessi.
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Perché si mangia la colomba a Pasqua?
Innanzitutto, la colomba è un simbolo che universalmente rimanda alla pace e alla speranza ed è più volte nominata sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento.
Ma come tutti i dolci della tradizione, intorno alla nascita della colomba ruotano racconti più o meno accreditati. Una leggenda fa risalire l’origine della colomba all’epoca longobarda quando al re Albonio fu offerto un pane dolce a forma di colomba in segno di pace.
Leggenda a parte, l’origine della colomba pasquale confezionata, così come la conosciamo noi, è da ricollegarsi al secolo scorso quando il pubblicitario Dino Villani (che all’epoca lavorava per la ditta Motta) lanciò per la prima volta sul mercato un dolce da proporre in periodo pasquale, la colomba appunto.
L’idea ebbe molto successo e da allora è entrato a far parte della nostra tradizione culinaria.
Uovo di cioccolato, quale preferire?
Consiglio spesso ai miei pazienti a dieta di mangiare un pezzettino di cioccolato, purché sia fondente, e quindi quale miglior occasione per cedere alle tentazioni se non la Pasqua?
Sì all’uovo di cioccolato, ma attenzione agli ingredienti.
Assicurati, infatti, che il cioccolato sia fondente almeno al 70%, per evitare di mangiare un prodotto scadente e realizzato principalmente da zucchero.
Per saperne di più sul cioccolato, puoi leggere il mio nuovo libro dal titolo “Cioccol’Amati” scritto assieme alla dottoressa Stefania Moramarco per l’Editore Cesi. Nel libro sono descritti i benefici del cioccolato, quello puro e di qualità, sia sul corpo che sulla mente. Nella parte finale, trovi anche una serie di ricette “light” davvero gustose.
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Magari potrebbe essere una bella idea per i tuoi regali di Pasqua… accompagnato da una buona tavoletta di cioccolato, fondente ovviamente!
Perché si mangia l’uovo di cioccolato a Pasqua?
Questo è un quesito che mi sono posto qualche anno fa e leggendo alcuni libri ho trovato la risposta.
L’uovo è sempre stato per l’uomo il simbolo della nascita e quindi dell’energia. Nell’Europa del Nord, i genitori nascondono nei posti più segreti del giardino le uova colorate che i piccoli dovranno trovare, come fossero tesori da scoprire, e così si è sviluppata l’usanza di mangiare uova bollite per Pesach, la Pasqua ebraica. In realtà, già gli Egizi, i Greci e i Babilonesi si scambiavano uova colorate in occasione delle festività primaverili.
Un simbolo di vitalità e di rinascita, ma anche di trasformazione: dall’embrione al pulcino.
René Guénon riteneva che il frutto fosse l’uovo del mondo vegetale e quanti frutti generosi ci dà la natura in questo periodo. Colorati e saporiti, sembrano quasi incarnare l’energia primaverile, mai così intensa come durante le festività pasquali.
Qualche consiglio per controllare gli eccessi della Pasqua?
Il primo è “se devi sgarrare scegli il top”. Ti consiglio di puntare alla qualità e al gusto nel momento in cui vuoi proprio cedere alla tentazione. Un buon cioccolato o una colomba di pasticceria ti assicurano un momento di piacere che difficilmente può darti un prodotto scadente.
Il secondo è “mangia la colomba a colazione”. Meglio a colazione che dopo il pranzo, proprio per evitare di incamerare tanti carboidrati difficili da smaltire e digerire.
Il terzo è “se te lo concedi puoi rinunciarvi, se non te lo concedi sarà irrinunciabile”. Lo ripeto spesso ai miei pazienti e l’ho scritto anche sulla mia pagina facebook e sul blog:
L’errore che accomuna gran parte delle diete sta in un eccessivo tentativo di controllo del cibo e proprio questo meccanismo mentale che conduce, in maniera spontanea, alla stessa perdita del controllo.
Tanto più ci si vieta qualcosa, tanto maggiore sarà il desiderio di trasgredire, per cui è molto più probabile che la persona che si è imposta di non cedere alle tentazioni del cibo, si ritrovi a trasgredire in maniera incontrollata e smisurata.
Ti consiglio anche di vedere il mio video sul cioccolato, lo trovi qui.
Mi sembra di aver scritto tutto, non mi resta quindi che augurarti una felice Pasqua da vivere assieme alle persone che ami.
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