Prendersi cura di sé è un viaggio, non una corsa: come farlo? Te lo spiego nell’articolo…
di Loreto Nemi, dietista e nutrizionista, docente universitario
Il nostro corpo è in continuo cambiamento, a volte può non dipendere da noi e può non rispecchiare gli standard che ci imponiamo severamente. Ma è il nostro corpo, e come tale va amato e accettato in ogni sua fase.
Il sovrappeso è una condizione che può derivare da molteplici fattori, alcuni dei quali non sono direttamente sotto il nostro controllo, come la genetica, gli squilibri ormonali o determinate condizioni mediche, come ho spiegato anche qui.
Tuttavia, è importante ricordare che il nostro corpo è in costante cambiamento e può non sempre rispecchiare gli standard estetici e di peso che ci imponiamo severamente.
Amare e accettare il proprio corpo
Il sovrappeso non deve essere visto come una colpa o una condanna, ma come una situazione che può essere affrontata con consapevolezza e rispetto per sé stessi.
Adottare uno stile di vita sano, basato su una corretta alimentazione e un’adeguata attività fisica, è un modo per prendersi cura di sé stessi, ma senza dimenticare l’importanza dell’autocompassione e dell’accettazione.
La chiave per una vita sana non risiede solo nel raggiungimento di un peso ideale, ma nel mantenere un equilibrio tra benessere fisico e mentale, accettando che il nostro corpo può attraversare diverse fasi e cambiamenti.
Ogni fase del nostro corpo merita di essere amata e rispettata, poiché è attraverso questa accettazione che possiamo vivere una vita piena e soddisfacente.
Meglio il peso ragionevole o il peso ideale?
Nel mio lavoro di dietista, non ho un approccio severo in riguardo al raggiungimento del peso “ideale”.
Spesso dico ai miei pazienti di lavorare per raggiungere insieme il peso ragionevole, ossia un peso che sia facile da mantenere, senza necessariamente seguire gli standard del normopeso.
Quindi, meglio il peso ragionevole!
Dieta, pensieri, parole e autosabotaggi: come riconoscerli e superarli
“Non è giusto che io debba stare a dieta mentre gli altri possono mangiare di tutto.”
“Mangio perché sono stressata/o.”
“Ormai ho sgarrato, tanto vale lasciarmi andare e ricomincio lunedì.”
Seguire una dieta non è solo una questione di cibo o di calorie, ma coinvolge la mente, i pensieri e le parole che utilizziamo per descrivere il nostro percorso.
Gli autosabotaggi sono spesso il risultato di pensieri ricorrenti e inconsci che minano la motivazione e spingono verso comportamenti contrari agli obiettivi di perdita di peso. Ma come riconoscerli e affrontarli in modo efficace?
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Cosa sono i pensieri sabotatori?
I pensieri sabotatori sono convinzioni automatiche che giustificano comportamenti non in linea con il piano alimentare, rendendo più difficile raggiungere gli obiettivi.
Questi pensieri influenzano negativamente la motivazione, spesso senza che la persona se ne renda conto.
Le categorie più comuni di pensieri sabotatori
- Autoinganni:
Esempi:
- “Mangio perché sono stressato.”
- “Merito un premio dopo una giornata difficile.”
Questi pensieri associano il cibo a emozioni o situazioni, giustificando l’eccesso come un conforto momentaneo.
- Autocritica:
Esempi:
- “Non ho forza di volontà.”
- “Mi faccio schifo.”
Questi pensieri minano la fiducia in sé stessi e spesso portano ad abbandonare la dieta.
- Predizioni negative:
Esempi:
- “Non riuscirò mai a perdere peso.”
- “Anche se mangio poco ingrasso lo stesso.”
Questi pensieri creano una sorta di profezia che si autoavvera, scoraggiando ogni tentativo di miglioramento.
- Pensieri di ingiustizia:
Esempi:
- “Non è giusto che io debba stare a dieta mentre gli altri possono mangiare di tutto.”
- “Perché devo fare sacrifici se gli altri non ingrassano mai?”
Questo tipo di pensiero genera risentimento e indebolisce la motivazione.
Il pensiero dello “sgarro”: un sabotatore sottovalutato
Tra i pensieri più comuni che sabotano la dieta troviamo quello legato allo “sgarro”. Si manifesta con frasi come:
- “Ormai ho sgarrato, tanto vale lasciarmi andare e ricomincio lunedì.”
Questo tipo di approccio trasforma un piccolo errore in un pretesto per rinunciare completamente alla dieta per giorni o settimane. Ma è importante ricordare che un singolo pasto o episodio non compromette i risultati complessivi.
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Perché lo sgarro non è la fine del percorso?
- Un errore è solo un momento, non definisce l’intero percorso.
- Il “tutto o niente” è un errore cognitivo: non esiste una dieta perfetta al 100%.
Come gestire lo sgarro
- Non giudicarti.
Accetta lo sgarro come parte naturale del percorso e analizza cosa lo ha causato.
- Riprendi subito.
Non rimandare a lunedì. Tornare alle buone abitudini al prossimo pasto è sempre possibile.
- Includi gratificazioni programmate.
Pianifica momenti in cui concederti uno sfizio, senza sensi di colpa.
Strategie pratiche per superare i pensieri sabotatori
Affrontare i pensieri sabotatori richiede consapevolezza e allenamento mentale. Ecco alcune strategie utili:
- Identifica i pensieri sabotatori.
Chiediti: “Che cosa mi è passato per la mente prima di mangiare in eccesso?” Spesso il pensiero rientrerà in una delle categorie sopra descritte.
- Esamina il pensiero.
- È basato su prove reali o su supposizioni?
- Quali alternative più razionali potrei considerare?
Esempio:
- “Non ho forza di volontà.”
- Alternativa: “Ho già superato altre difficoltà, posso farcela anche stavolta.”
- Usa un diario alimentare.
Scrivi cosa mangi, ma anche quali emozioni e pensieri hanno influenzato le tue scelte. Ti aiuterà a individuare schemi ricorrenti.
- Sostituisci il cibo con altre strategie di gestione emotiva.
Se mangi per stress o noia, prova altre attività: una passeggiata, ascoltare musica o parlare con un amico.
- Premia i progressi, non la perfezione.
Celebra i piccoli traguardi senza aspettarti di essere perfetto.
- Adotta una visione più flessibile.
Includi nella dieta piccoli piaceri programmati. Sapere che potrai concederti uno sfizio senza sensi di colpa ti aiuterà a sentirti meno frustrato e più in controllo.
- Concentrati sui progressi complessivi.
Se hai seguito la dieta per cinque giorni e “sgarri” una volta, hai comunque mantenuto buone abitudini per l’80% del tempo. Non perdere di vista i tuoi successi.
Conclusioni
Dimagrire non è solo una questione di dieta, ma anche di dialogo interno.
I pensieri, le parole e le convinzioni che ti accompagnano nel percorso possono rappresentare il più grande ostacolo o il tuo miglior alleato.
Riconoscere i pensieri sabotatori, accettare gli errori e imparare a sostituirli con alternative più funzionali è un processo che richiede tempo, ma è essenziale per il successo.
Se questi pensieri sono molto presenti è utile farsi aiutare da un percorso psicologico/psicoterapico.
Ricorda: non è ciò che fai occasionalmente a determinare il risultato, ma ciò che fai con costanza. Ogni passo, anche piccolo, verso la consapevolezza è un progresso verso il tuo obiettivo.
Prendersi cura di sé è un viaggio non una corsa.
Che ne pendi di questa riflessione? Ti è mai capitato?
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