Oggi Domenica 11 Maggio è la Festa della Mamma, un momento speciale per rendere omaggio a chi ci ha donato la vita, a chi ci ha insegnato le prime, essenziali lezioni dell’esistenza e ha piantato, spesso in silenzio,  i semi di ciò che siamo diventati.

Oggi voglio celebrare mia madre, Giuliana, una cuoca instancabile e generosa, cresciuta tra le colline della Ciociaria. Mamma Giuliana ha 73 anni, e li porta benissimo… ne dimostra almeno 10 in meno! Da sempre coltiva l’orto nella campagna di famiglia: segue le stagioni, rispetta i ritmi della terra, cura ogni pianta con pazienza e dedizione. Ogni mattina, presto, è già ai fornelli: non per obbligo, ma per passione. Spesso quando sono a lavorare nello studio in campagna e scendo per fare colazione, alle 8:00 di mattina praticamente è già pronto il pranzo e la cena. Cucinare è il suo modo di prendersi cura, di tramandare saperi, di amare.

Con le sue mani sapienti prepara ogni giorno piatti semplici e autentici: le verdure, la sua vera specialità, cotte in mille modi diversi; il sugo con i pomodori freschi appena raccolti, preparato con le numerose erbe aromatiche dell’orto; il pollo e il coniglio allevati nella sua campagna, le uova delle nostre galline, cucinati con rispetto, secondo ricette di famiglia. Il suo è un sapere antico, tramandato da generazioni, fatto di gesti precisi, di stagionalità, di buon senso. Ovviamente sono fortunato perchè quando torno a Roma porto sempre tutte le verdure dell’orto già pulite e spesso cucinate che a volte condivido anche con amici e colleghi dello studio medico.

Mia madre mi ha insegnato qualcosa che oggi rappresenta il cuore della mia professione di dietista e nutrizionista: il valore del cibo vero. Attraverso la cucina, toccare, annusare, scegliere, preparare e gustare,  ho imparato a sentirmi a casa, a curare il mio corpo e a creare relazioni profonde con chi mi circonda. Ma soprattutto vedere nell’orto crescere gli ortaggi e le verdure, capire l’impegno e la fatica che necessitano per portare a maturazione i frutti è un valore aggiuntivo che tutti dovrebbero vivere, soprattutto i bambini, che forse oggi sono un po’ più distaccati e lontani dalla terra e dalla natura.

Cucinare è un atto rivoluzionario, oggi più che mai. Ma è anche un atto trasformativo. Accorciare la distanza tra il campo e la forchetta, riappropriarci delle nostre cucine, riscoprire la semplicità degli ingredienti autentici: tutto questo può trasformare la nostra salute, la nostra società e il nostro rapporto con il pianeta.

Le madri, come la mia, sono le vere custodi di questa rivoluzione silenziosa. In un mondo che ha delegato la cucina all’industria alimentare, che ha fatto della fretta e della comodità un modello, le madri che cucinano, che coltivano, che tramandano, rappresentano una forma di resistenza preziosa.

Oggi, in questa giornata dedicata a loro, le ringrazio. Ringrazio mia madre per avermi insegnato che mangiare bene è un atto d’amore, che nutrire è molto più che sfamare, che un piatto può contenere memoria, identità, cultura e salute. Grazie a lei ho imparato anche io a cucinare, a combinare nel modo giusto gli alimenti e a rispettarli. Auguri mamma!