Come ci si dovrebbe muovere nella scelta di un probiotico per migliorare e fortificare il sistema immunitario intestinale? E in base a quali caratteristiche? Perché preferire un latte fermentato contenente probiotici rispetto ad un integratore in capsule?

Si elencano di seguito quali potrebbero essere i criteri di valutazione e di scelta.

  1. Il veicolo: molte volte il latte può non essere tollerato a causa di allergie. Un integratore in capsule non ha di questi problemi.
  2. Il controllo calorico. Se si vuole controllare di più l’aspetto calorico bisogna ricordare che una bottiglietta di latte fermentato ha in media circa 70 kcal  mentre l’integratore in pratica non ha calorie. E’ un fattore da tenere in considerazione e da non sottovalutare in un regime alimentare ipocalorico.
  3. Maggiore praticità di conservazione dell’integratore rispetto all’alimento. I probiotici in capsule si conservano più facilmente e possono essere portati con sé anche in viaggio, mentre i latti fermentati devono essere conservati accuratamente in frigo.
  4. Da non trascurare, l’effetto placebo della modalità di somministrazione dell’integratore in capsule rispetto al latte fermentato. Il latte fermentato fa pensare più ad un alimento che ad un complemento terapeutico, invece l’integratore si avvicina quasi ad un trattamento di tipo farmacologico.
  5. Concentrazione batterica. E’ importante che sia riportata la concentrazione di batteri presenti. Maggiore è la concentrazione migliore è il prodotto. Almeno dovremmo assicurarci che ci siano uno o due miliardi di batteri per dose. La maggior parte dei latti fermentati dicono di avere più di un miliardo di batteri ma per esempio lo Yakult ne contiene più di sei miliardi.
  6. La carica batterica degli integratori in capsule è mediamente molte volte più alta rispetto ai prodotti di derivazione latteo-casearia, e le procedure tecnologiche di lavorazione possono assicurare un maggior mantenimento della concentrazione residua nel tempo. Infatti, se non viene garantito il rispetto della catena del freddo e la corretta modalità di conservazione, le concentrazioni batteriche nei latti fermentati potrebbero diminuire e addirittura azzerarsi.
  7. L’etichetta e gli ingredienti. Leggere con cura l’etichetta è fondamentale: più informazioni ci sono meglio è. Per esempio, se è indicato il nome del ceppo,  quello scientifico e non di fantasia, è già positivo. Quindi si potrebbe verificare che il ceppo abbia una documentazione scientifica solida e accertata, consultando il sito web dell’azienda solitamente riportato o facendo semplicemente una ricerca sul nome del ceppo.
  8. Regolarità di assunzione. Per avere dei risultati bisogna introdurre i probiotici per almeno 15 giorni. Vanno assunti regolarmente e senza interruzioni. È meglio se vengono assunti a stomaco vuoto poiché superano la barriera gastrica molto più rapidamente e, anche se l’acidità è maggiore,  raggiungono con pochissime perdite l’intestino. Se invece vengono consumati insieme ad altri cibi rimangono nello stomaco più a lungo e vengono maggiormente danneggiati dai succhi gastrici, sebbene siano meno acidi. Meglio quindi consumarli a colazione o come spuntino a metà pomeriggio, ricordando sempre di non assumerli insieme a bevande bollenti poichè il calore ucciderebbe i batteri.
  9. Per la scelta del tipo di probiotico, a seconda delle proprie esigenze, risolgersi ad un professionista esperto del settore.

Dott. Loreto Nemi © copyright®