Vongole, cozze, ostriche e gamberetti fanno bene alla salute, arricchiscono la tua dieta e salvano il pianeta
di Loreto Nemi, dietista e nutrizionista, docente universitario
Oggi voglio sfatare un pregiudizio diffuso ormai da anni: cozze e vongole sono alimenti di serie B.
Qualche giorno fa ho letto un articolo della giornalista e divulgatrice scientifica Eliana Liotta che parlava proprio dei benefici nutrizionali (e non solo) dei molluschi.
Ho trovato utile questa lettura perché mette a nudo un pregiudizio ormai diffuso da anni che mi piacerebbe smontare anche sul mio blog.
Vongole e cozze: perché no?!
Del resto una dieta sana è anche una dieta varia e nel corso del mio articolo ti spiegherò i benefici di questi tesori del mare: i molluschi.
Buona lettura!
Molluschi: un tesoro di proteine, vitamine e minerali
Telline, vongole, cozze e cannolicchi appartengono alla famiglia dei molluschi (dei quali ho parlato anche qui).
In estate, un piatto di spaghetti alle vongole è una meraviglia per tutti i sensi. Quindi, perché privarci di un piatto così buono?
Da dietista e nutrizionista non vedo per quale motivo dovremmo privarci di mangiare i molluschi, fonte incredibile di proteine, vitamine e minerali.
Leggi anche: Barrette proteiche: guida alla scelta (e una ricetta)
Cozze e vongole: la valida alternativa al pesce
La presenza di proteine, vitamine e minerali rendono cozze, vongole e tutti i molluschi bivalvi una valida alternativa al pesce che mangiamo di solito.
Ad esempio, una porzione di circa 25 cozze copre quasi totalmente il fabbisogno quotidiano di ferro, fondamentale per il sangue.
Le ostriche, invece, sono ricche di zinco, minerale che si occupa del sistema immunitario.
I molluschi bivalvi contengono lo iodio, importante per la tiroide, e l’omega 3, un grasso polinsaturo eccezionale per il sistema cardiocircolatorio.
Un piatto di cozze e vongole è ricco di vitamina B12 o cobalamina, essenziale per la sintesi del Dna e per il corretto funzionamento del sistema nervoso.
I frutti di mare alzano il colesterolo?
Un’altra credenza molto diffusa è che i frutti di mare (cozze, vongole ma anche astice e gamberi) siano responsabili dell’aumento del colesterolo.
In realtà, il rischio è stato ampiamente ridimensionato se paragonati ai grassi insaturi degli insaccati e delle carni lavorate a livello industriale.
I frutti di mare sono ricchi di fitosteroli e di acidi grassi omega 3 che contribuiscono alla salute del cuore.
Ad ogni modo, consiglio a chi ha un alto livello di colesterolo di seguire una dieta precisa che può essere indicata dal nutrizionista di fiducia sotto indicazione del medico curante.
Frutti di mare: qual è la porzione ideale?
Secondo le Linee guida per una sana alimentazione pubblicate dal Centro di ricerca alimenti e nutrizione, per un adulto in buone condizioni di salute con una dieta da 2000 calorie la porzione consigliata è di 150 grammi di frutti di mare freschi un paio di volte a settimana.
150 grammi corrispondono a: 3 gamberoni oppure 20 gamberetti oppure 25 cozze.
Se il pesce è conservato, la porzione è da 50 grammi, una volta a settimana vista la quantità di sale in più usato per la conservazione.
Con i frutti di mare fai una scelta green
Un recente studio pubblicato su Frontiers in Ecology anche the Enviroment ha rivelato che i molluschi e così anche i crostacei rappresentano una scelta fra le più green che si possano fare quando si parla di alimenti proteici.
Infatti, l’allevamento dei frutti di mare costa meno di altri in termini di emissioni di gas serra.
Per 50 grammi di proteine di frutti di mare allevati si producono 0,4 chilogrammi di CO2, una quantità paragonabile a quella dei legumi.
Conclusioni
Come dico spesso ai miei pazienti a dieta, un regime alimentare che ci permette di rimanere in forma e sani deve essere variegato.
Seguire una dieta sana significa variare spesso gli alimenti.
Ad esempio, spesso si possono alternare al pesce anche i molluschi ed i crostacei, assicurandoci sempre di acquistare prodotti freschi.
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