Recentemente sono stati pubblicati in un articolo sul Corriere della Sera i risultati di una grande indagine epidemiologica francese. L’indagine mirava a studiare l’accettabilità e l’efficacia dei vari regimi dimagranti. Lo studio Nutrinet Santé è stato svolto su circa 106 mila volontari che hanno risposto a questionari con diverse domande riguardanti il peso ideale e le diete. Il coordinatore dello studio, Serge Hercberg, afferma che la maggior parte delle persone (purtroppo) si affida a diete fai da te, non equilibrate o diete rigide che fanno perdere immediatamente peso, ma altrettanto rapidamente lo fanno riacquistare nel giro di pochi mesi, poiché (aggiungo io) con tali diete non si va a lavorare sulle modificazioni delle abitudini alimentari e sull’educazione alimentare nel lungo periodo. Questo provoca anche frustrazione e perdita di fiducia verso ogni regime dietetici (famosa e diffusa l’espressione: “le ho provate tutte ma con me non funzionano”) Infatti sostiene il ricercatore, per quanto riguarda l’efficacia dei vari gruppi di diete, i risultati sono molto deludenti, a lungo termine, per la metà o più delle persone che hanno seguito regimi famosi (come la Dukan) hanno spesso la caratteristica di fare perdere rapidamente qualche chilo, ma i chili presto si recuperano. Si è visto invece che i migliori risultati si sono avuti con diete equilibrate (dove sono presenti tutti gli alimenti e non escludendo tutta una serie di categorie alimentari) e soprattutto andando a modificare lo stile e le abitudini alimentari nel tempo, promuovendo anche una moderata attività fisica.
Nello studio, il pollice verso è andato nei confronti soprattutto delle diete “fai da te” con sostituti dei pasti e per la dieta Dukan, giudicate le soluzioni più difficili da seguire, le più ostiche per l’armonia della vita quotidiana e anche le più frustranti quanto a scelta degli alimenti. In termini di salute pubblica, sottolineano i ricercatori nello studio: i risultati completano le conclusioni del rapporto del 2010 dell’Agenzia Nazionale di Sicurezza Sanitaria di Alimentazione, Ambiente, Lavoro (ANSES) che hanno dimostrato come i regimi dimagranti restrittivi con marchi commerciali possono provocare squilibri nutrizionali e comportare pericoli più o meno gravi per la salute. I rischi: effetti nefasti sulla funzionalità corporea e soprattutto su ossa, cuore, reni; disturbi psicologici e soprattutto disturbi del comportamento alimentare.
Quindi quali sono le conclusioni che possiamo trarre da questo studio? Dice Hercberg: «Premesso che le diete dimagranti vanno fatte solo quando servono davvero, all’occorrenza è meglio scegliere regimi meno spettacolari, seguire le raccomandazioni nutrizionali indicate dalle strutture pubbliche sanitarie (quindi rivolgersi ad un professionista della salute, come un dietista) non pretendere risultati troppo rapidi, ma puntare a risultati adatti a mantenere la perdita di peso nel tempo. E farsi seguire dal medico (o dietista –nutrizionista), nel caso esistano veri problemi dietetici».
E’ importante infine, costruire la dieta sempre su misura, andando a scegliere gli alimenti e le combinazioni degli alimenti in base alla costituzione e al metabolismo del soggetto in esame, poichè ogni essere umano è unico e l’alimentazione e la nutrizione devono essere sempre personalizzati, per questo una dieta non sarà mai uguale all’altra e quindi non si possono seguire diete standard che siano valide per tutti.
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