Prevenzione oncologica con i “Phytochemicals”

 

L’epidemiologia nutrizionale ha fatto considerevoli progressi negli ultimi decenni e, attualmente, risulta incontestabile che un elevato consumo di alimenti di origine vegetale è inversamente correlato all’incidenza di molte patologie, quali malattie cardiovascolari, metaboliche, neurovegetative, patologie infiammatorie e tumori. I macronutrienti e i micronutrienti essenziali (proteine, grassi, carboidrati, vitamine e minerali) presenti nel regno vegetale non possono da soli essere i responsabili di questi effetti benefici sull’uomo, altri componenti esercitano evidentemente potenti attività biologiche. Queste altre sostanze che sono denominate composti fitochimici (phytochemicals)  comprendono decine di migliaia di molecole appartenenti a svariate classi chimiche e a famiglie botaniche anche estremamente differenti.  Un elemento comune è che tutte le sostanze appartengono al regno vegetale,  sono componenti non nutritivi, sono costituite da molecole organiche generalmente a basso peso molecolare e possiedono meccanismi di azione complementari e sovrapponibili.

Tali sostanze esercitano diverse funzioni biologiche quali l’attività antiossidante, la modulazione degli enzimi detossicanti, la stimolazione del sistema immunitario, la riduzione dell’aggregazione piastrinica, la modulazione del metabolismo ormonale, la riduzione della pressione sanguigna, l’attività antibatterica e antivirale,  e non ultimo attività antitumorale e chemiopreventiva di cui parleremo più specificamente.

Il cancro è un problema di salute crescente in tutto il mondo. Il rischio di cancro può diminuire cercando di eliminare tutti i possibili fattori carcinogenici, o minimizzando l’esposizione a tali fattori. Anche se non si conoscono totalmente tutti i fattori si può agire principalmente sulle modificazioni delle abitudini e stili di vita e sull’alimentazione. R. Doll e R. Peto affermano che in media che il 35% dei tumori umani è attribuibile all’alimentazione. Si è dimostrato come determinate sostanze derivanti dalla dieta possano stimolare lo sviluppo e la crescita di tumori in animali da esperimento, e trasformare cellule normali in tumorali. Al contrario un consumo di frutta e verdura costante sembra invece diminuire il rischio di determinati tipi di tumori.  Questo è dovuto proprio alla presenza negli alimenti del mondo vegetale di composti chimici, dal potere non nutritivo, che possiedono sostanziali proprietà anticarcinogeniche e antimutagene. Più di 250 studi basati su popolazione  indicano come chi mangia almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno ha dimezzato il rischio di sviluppare il cancro rispetto a chi ne mangia meno di 2 porzioni al giorno. Negli Stati Uniti, questa osservazione ha portato allo sviluppo campagne pubblicitarie come   “ Five-a-Day for Better Helath”, per promuovere il consumo di frutta e verdura e “Savor the spectrum” per promuovere il consumo di frutta e verdura “colorate” in modo da assumere svariate sostanze provenienti da diverse varietà di frutta e verdura.

Il National Cancer Institute americano ha identificato 35 piante che possiedono proprietà di tipo antitumorale. Le principali sono: aglio, soia, zenzero, curcuma, tè verde, cipolla, pomodori, crucifere, uva nera, ecc.

La carcinogenesi è un processo costituito di vari stadi successivi, nei quali compaiono varie alterazioni molecolari e cellulari. La carcigongenesi è formata da tre fasi:  iniziazione, promozione e progressione.

L’iniziazione è un processo rapido e irreversibile che include una catena di eventi intra ed extracellulari.  Dall’esposizione all’agente carcinogenico, alla sua distribuzione e trasporto agli organi dove può avvenire una attivazione metabolica o detossificazione, e si può arrivare ad un danno genetico.

La promozione è un processo reversibile nel quale si accumulano cellule preneoplastiche.

La progressione è lo stadio finale della trasformazione neoplastica, e include la crescita del tumore con un potenziale invasivo e formazione di metastasi.

Secondo la classificazione primaria di Lee Wattenberg gli agenti chemio preventivi sono divisi in due categorie: agenti bloccanti e agenti soppressori.

Gli agenti bloccanti fanno in modo di bloccare l’agente potenzialmente carcinogeno impedendogli di giungere al sito di azione subendo una attivazione metabolica e conseguente interazione con importanti macromolecole cellulari (DNA, RN e proteine).

Gli agenti soppressori invece inibiscono la trasformazione delle cellule preneoplastiche in maligne sia nella fase di promozione che in quella di progressione.

I Phytochemicals possono bloccare o invertire lo stadio che precede quello neoplastico. Quindi vanno ad agire a livello di iniziazione e promozione. Essi possono anche intervenire ritardando lo sviluppo e la progressione delle cellule precancerose in maligne.

Loreto Nemi