Il Ministero della Salute italiano ha stabilito e pubblicato nel dicembre 2005 le linee guida riguardo all’uso di probiotici e prebiotici, che ne includono le definizioni. Tali linee guida si applicano ai prodotti commercializzati in Italia come alimenti o integratori alimentari che si prefiggono lo scopo di migliorare lo stato di salute del consumatore attraverso un insieme di effetti aggiuntivi alle normali funzioni nutrizionali. Questi effetti aggiuntivi possono essere ottenuti mediante l’azione di batteri selezionati (probiotici) e/o di sostanze in grado di promuovere la crescita di specifici gruppi batterici (prebiotici).

“I probiotici sono un insieme di microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute dell’ospite quando consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento o di un integratore” (definizione dall’”Expert Consultation FAO/WHO”, 2001). Tale definizione si ritrova sulla sezione del sito web del Ministero della Salute che riguarda “Probiotici e prebiotici”: “Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo. Per alimenti/integratori con probiotici si intendono quegli alimenti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Si tratta quindi di alimenti in grado di promuovere e migliorare le funzioni di equilibrio fisiologico dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi rispetto alle normali attività nutrizionali. La definizione di prebiotico è riservata alle sostanze non digeribili di origine alimentare che, assunte in quantità adeguata, favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme al prebiotico. Con alimenti/integratori con prebiotici ci si riferisce a quegli alimenti che contengono in quantità adeguata, molecole prebiotiche in grado di promuovere lo sviluppo di gruppi batterici utili all’uomo. Un alimento/integratore con simbiotico è costituito dall’associazione di un alimento con probiotico con alimenti con prebiotici.”

Probiotici: batteri collaboratori ed “amici”

La maggior parte dei batteri e microrganismi esistenti in natura non sono nocivi, anzi sono utili o addirittura indispensabili per la nostra salute e il nostro benessere. Solo pochi sono patogeni: si calcola che un solo batterio su trentamila sia nocivo e appartenente ad una delle 150 famiglie patogene contro un totale di 1400 identificate come non patogene; tanto basta perchè la reputazione dei batteri sia compromessa, ed il nome stesso evochi nell’immaginario collettivo paure di flagelli, da quando il chimico francese Louis Pasteur a metà del 1800 mise in luce che alcuni batteri erano portatori di gravi malattie. I batteri sono la forma più diffusa di microrganismi, cioè quella categoria di esseri microscopici che comprendono anche le microalghe, i protozoi, i lieviti (funghi microscopici) e le muffe.

Solo i fermenti lattici, pur essendo batteri, non hanno mai avuto la fama di “cattivi”, in quanto l’uomo ha fatto uso di latte fermentato sin dai tempi biblici e perché ormai circa da un secolo se ne conoscono scientificamente i benefici, cioè da quando Elie Metchnikoff dell’Istituto Pasteur di Parigi ne ha messo in luce alla fine del XIX secolo le qualità salutistiche quali fattori di benessere e longevità per l’uomo. La parola fermento lattico sta ad indicare un batterio dotato di attività enzimatica di fermentazione nei riguardi dell’alimento latte di cui usa la componente zuccherina (il lattosio) per nutrirsi, crescere e moltiplicarsi, producendo allo stesso tempo acido lattico ed altre sostanze utili al nostro organismo.

La famiglia Lactobacillaceae è costituita dai cosiddetti batteri lattici, la cui importanza è fondamentale nella microbiologia alimentare. Si suddividono in due grandi gruppi comprendenti, il primo, le forme rotonde (generi Streptococcus, Pediococcus, Leuconostoc, Diplococcus), il secondo le forme bastoncellari (genere Lactobacillus).

In particolare, per esempio, tra i Lactobacillus si trovano normalmente nel latte, latticini, vegetali, vino, birra, vengono utilizzati nella produzione di yogurt e, in presenza di caglio, naturale o aggiunto, partecipano alla maturazione dei formaggi. Intervengono inoltre nell’abbassamento dell’acidità del vino (fermentazione malo-lattica) e contribuiscono, con i micrococchi, alla stagionatura di prosciutti e insaccati.

Alcuni batteri dunque, soprattutto quelli lattici ed in particolare quelli del genere Lactobacillus e Bifidobacterium, sono nostri collaboratori ed amici. Per questo si parla di batteri “probiotici”, cioè con azione favorevole (PRO) alla vita (BIOS).

La famiglia del Lactobacillus

Il Lactobacillus  acidophilus, il Lactobacillus bulgaricus, e il Lactobacillus casei sono tutti membri benefici della famiglia Lactobacillus. Sia il L. bulgaricus, sia il L. casei sono batteri transienti che si ritrovano abitualmente in numero variabile nell’intestino, mentre lo attraversano. Essi provengono dai latticini (yogurt, latte, formaggi). Tutti i Lattobacilli hanno alcune caratteristiche in comune: il prefisso lacto- (dal latino “latte”) indica che questi batteri preferiscono un terreno di coltura a base di latte. Un’altra caratteristica in comune è la produzione dell’enzima lattasi, che è essenziale per la digestione del lattosio. Essi producono anche acido lattico, che aiuta ad eliminare qualsiasi microrganismo pericoloso che proliferi in un ambiente alcalino. I Lattobacilli sono considerati batteri anaerobi facoltativi per via della loro capacità di crescere sia in presenza sia in assenza di ossigeno (questa funzione è importante perché possono sottrarre ossigeno alle specie che invece lo richiedono).

Tra i batteri che risiedono stabilmente nell’intestino tenue il più importante è il L. acidophilus: è un colonizzatore, e fa parte della prima linea di difesa contro agenti patogeni, ma anche contro organismi opportunistici come i lieviti. Alcuni ceppi di L. acidophilus hanno la tendenza naturale ad aderire alle pareti intestinali. Il L. acidophilus può essere distrutto ad alte temperature, per cui va assunto lontano da bevande calde, inoltre viene distrutto anche dall’acqua trattata con cloro, da antibiotici e da anticoncenzionali orali.  L’acidophilus produce acido lattico e perossido di idrogeno, con azione antimicrobica; produce acidophilina, un antibiotico naturale importante contro l’Escherichia coli, la Candida albicans, il Clostridium perfringens; è essenziale per l’assimilazione e la produzione di vitamine del gruppo B; ha proprietà ipocolesterolemizzanti per l’azione di deconiugazione degli acidi biliari.

Specie-specificità dei probiotici

E’ importante ricordare una importante distinzione. Alcuni fermenti lattici, cosiddetti “transienti”, costituiscono per noi un ottimo alimento ricco di proteine, enzimi e vitamine del gruppo B, altri, detti “permanenti”, convivono all’interno del nostro sistema gastrointestinale dove formano colonie stabili che costituiscono la cosiddetta flora batterica permanente, con caratteristiche specifiche ben definite e tipiche della specie umana (la flora batterica delle mucche è diversa dalla nostra ed è tipica della specie bovina), una flora batterica che forma un ecosistema microbiologico che è parte integrante di noi stessi, quasi a dire un organo in più associato al nostro intestino che ci aiuta a digerire con enzimi specifici gli alimenti di cui ci nutriamo, che ci protegge dall’invasione di batteri patogeni di cui impedisce la proliferazione, che stimola il nostro sistema immunitario mediante prodotti metabolici, che ci fornisce importanti vitamine prodotte in loco. Tutto questo in cambio della nostra ospitalità e di un po’ dei nostri alimenti: è un esempio perfetto di vita in comune (simbiosi) con reciproco vantaggio fra batteri ed umani (PRO-BIOS).

Il concetto di specie-specificità viene espresso anche utilizzando altre terminologie: si parla ad esempio anche di batteri autoctoni (cioè nativi, permanenti, stanziali) e di batteri alloctoni (stranieri, di passaggio) che introdotti con i cibi non possono essere che transienti nell’intestino, con effetti circoscritti e temporanei o destinati alla demolizione digestiva come alimenti. La quasi totalità dei fermenti lattici del commercio (quindi la maggior parte di quelli presenti nello yogurt) è costituita da fermenti vivi essiccati a freddo e sono di provenienza vaccina, cioè tipici della specie bovina di appartenenza: sono quindi “veri” probiotici per i vitelli ma non per l’uomo per il quale costituiscono solo un ottimo alimento, ma non un probiotico nel senso più rigoroso, ovvero in grado di formare colonie permanenti, con tutti gli effetti benefici dello scambio simbiontico.

Quindi per “specie-specifici” si intende che possiedono un “imprinting” che li distingue, ovvero una caratteristica unica che gli viene conferita dalla specie animale che li ospita. Così ad esempio un Lattobacillo acidofilo dell’uomo non è uguale ad un Lattobacillo acidofilo del cammello o a quello della mucca: sono simili ma non uguali e con diversa efficacia per l’uomo. L’imprinting fa sì che il probiotico venga riconosciuto e accettato dal sistema immunitario dell’ospite (uomo) senza scatenare risposte immunitarie distruttive e permettendogli di aderire alle pareti intestinali dove può formare colonie permanenti ed esercitare le sue benefiche attività. Senza imprinting non c’è adesione specifica e senza adesione specifica non c’è azione probiotica. Inoltre esaminando da vicino i singoli ceppi di Lattobacilli acidofili con imprinting di un ospite specifico (ad esempio dell’uomo) si riscontra che alcuni di questi sono più forti e biologicamente più attivi di altri.

I ceppi batterici umano-compatibili o umano-specifici ad azione probiotica riconosciuta ed accertata appartengono a pochi generi, tra cui in particolare i Lactobacilli, i Bifidobatteri, alcuni cocchi gram positivi.

Dr. Loreto Nemi