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L’errore che accomuna gran parte delle diete risiede in un eccessivo tentativo di controllo del cibo e proprio questo meccanismo mentale che conduce, in maniera spontanea, alla stessa perdita del controllo.

Tanto più ci si vieta qualcosa, tanto maggiore sarà il desiderio di trasgredire, per cui è molto più probabile che la persona che si è imposta di non cedere alle tentazioni del cibo, si ritrovi a trasgredire in maniera incontrollata e smisurata.

Controllare il cibo concedendoselo: per ottenere un maggior controllo sul cibo, è importante imparare a concederselo ed evitare di assumere un atteggiamento di totale e rigido rifiuto.

Quindi, come concedersi la trasgressione… nel modo giusto?

  1. curare la scelta del cibo pensando alla migliore qualità di quell’alimento
  2. circoscrivere gli “incontri culinari” entro spazi e tempi ben precisi, inseriti in un pasto e in un giorno speciale.
  3. scegliere il contesto curando sia l’atmosfera che l’ambiente o gli oggetti (es. la tavola o i piatti)
  4. rendere sano il piacere: viversi serenamente, con piacevolezza e senza sensi di colpa, il momento del “godimento” (o dello sgarro) del cibo definito “proibito”

Attraverso il recupero di un controllo equilibrato, si andrà a riequilibrare il proprio rapporto col cibo e le più sottili dinamiche psicologiche sottese ad esso, ovvero la continua contrapposizione tra piacere e dovere, razionalità e irrazionalità

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Questa è la teoria proposta dallo psicoterapeuta Giorgio Nardone proposta nel suo libro “La dieta paradossale”. Devo dirvi sinceramente che questo tipo di approccio mi piace molto, e sicuramente i molti pazienti che mi seguono confermeranno il mio aspetto “diplomatico” nell’affrontare una dieta. Non sono né un fondamentalista, né un estremista, non sono né bianco né nero, ma il mio obiettivo quando si parla di buona alimentazione è sicuramente tendere ad un sereno equilibrio.Quindi perchè non provare?